“I libri pesano tanto: eppure, chi se ne ciba e se li mette in corpo, vive tra le nuvole” (Luigi Pirandello)
…che diventano perfezioni in un matrimonio ben assortito
(di Emanuela Boccassini)
Nel 2014 nelle librerie esce “Smamma; nel 2015 Einaudi pubblica “Mariti. O le imperfezioni di Gi”. L’autrice? Valentina Diana. Attrice e drammaturga torinese che, con allegria e disincanto, racconta i difficili rapporti tra genitori e figli, nel primo romanzo, tra marito e moglie, nel secondo.
I protagonisti sono gli stessi, come la voce narrante, Drina, di professione “precaria”. Precaria della vita a tutto tondo. Non ha un lavoro fisso, non ha, almeno inizialmente, un compagno che si dedichi a lei a tempo indeterminato. Precaria è anche la casa nella quale vive. Precario è il rapporto con sua madre.
Tuttavia da quando incontra, dopo vent’anni di separazione, Gi, il suo amico “speciale”, la vita sembra meno precaria. Mancano il lavoro e i soldi, ma ora ha Gi, un uomo dai tanti difetti ma l’unico, forse, in grado di “salvarla” dal “suo buio” e di rimetterla «sui binari dritti che portano al mattino, al caffè, alla vita». Un uomo, un compagno che le insegna ad amare incondizionatamente, a farlo cioè quando le cose non vanno bene. Perché, diciamolo chiaramente, è facile amare qualcun altro quando è tutto rose e fiori. Il difficile arriva nel momento in cui il destino sembra accanirsi contro di te e vorresti sprofondare in un sonno senza fine.
Ma Gi e Drina, che sembrano così diversi, e in fondo lo sono davvero, riescono a superare crisi, difficoltà, intoppi dell’esistenza umana, uscendone vincitori. Perché insieme affrontano tutto. Litigano, si lasciano, per poche ore, ma si vogliono e si cercano.
Hanno un loro modo di comunicare, hanno un modo differente di lottare per la sopravvivenza, ma lo fanno perché sanno di avere accanto la persona giusta. Ed è questo il segreto di un buon matrimonio? Probabilmente. Ma non bisogna dimenticare che nessuno è perfetto, che il matrimonio non è un “campo di battaglia”, ma il posto sicuro cui appoggiarsi e da cui trarre la forza per superare qualsiasi problema.
Traspare nel racconto dei difetti di Gi la confessione di quelli di Drina, la quale non li cela per fare bella figura. Pertanto le imperfezioni dei mariti, e delle mogli, di fatto, sono le imperfezioni del matrimonio, cioè di tutti gli esseri umani che condividono la quotidianità della vita di coppia. Perché, come sostiene Gi, la vita è fatta di tante parti infinitesimali che resistono a qualsiasi “taglio”.