IL BUON LETTORE

“I libri pesano tanto: eppure, chi se ne ciba e se li mette in corpo, vive tra le nuvole” (Luigi Pirandello)

“Il passato è una bestia feroce” di Massimo Polidoro – Recensione

"Il passato è una bestia feroce" - Massimo Polidoro

“Il passato è una bestia feroce” – Massimo Polidoro

Un thriller ad alta tensione tra passato e presente

di Emanuela Boccassini

Il nuovo romanzo di Massimo Polidoro, “Il passato è una bestia feroce”, è un thriller mozzafiato nel quale la vicenda, intensa e avvincente, si svolge in una settimana, dal 29 gennaio al 4 febbraio.
Il protagonista è il giornalista quarantenne Bruno Jordan. Uomo affascinante, solitario, in gamba, vive per il suo lavoro che, se da un lato lo gratifica, dall’altro gli crea enormi difficoltà sul piano personale.

Polidoro con il suo inconfondibile stile, delicato e appassionato, intelligente e coinvolgente, interessa il lettore catapultandolo nella storia quasi fosse parte della vicenda. Il linguaggio, adatto a tutti, risulta idoneo a raccontare, tra flash back e ritorni al presente, la vita del giornalista, che, ritornato al suo paese di nascita, rammenta la sua fanciullezza trascorsa nella gioia insieme con il suo gruppo di amici, uniti dalla giovinezza, dalle medesime paure e interrogativi per il futuro, dai giochi e dalla scuola. Gli inseparabili magnifici quattro, Zucco, Scat, Jordi e la “intraprendente e avventurosa” Monica, rivivono nella mente di Bruno, così vividi che sembrano essere lì davanti a lui. Invece sono trascorsi oltre trent’anni e i divertimenti e l’allegria sono svaniti nel nulla come la loro amica tredicenne, che ha lasciato nei cuori di tutti solo dubbi e tristezza.

L’intricata e suggestiva avventura prende l’avvio quando, tra la posta recapitatagli sul posto di lavoro, il giornalista trova una lettera risalente all’11 luglio 1982. Il passo per un tuffo nel passato non è lungo. Perché quella data è legata inesorabilmente alla sparizione di Monica. Una strana coincidenza fa sì che, proprio quella mattina, Linda Vinciguerra, la nuova direttrice della rivista «Krimen», per la quale lavora, non voglia cronaca recente da Bruno, ma «qualcosa di nuovo su una storia del passato, qualcosa su cui nessuno abbia ancora scritto la parola fine».

«“È importante scavare nel passato” disse. “Rievocare le vicende che si ritengono chiuse, per vedere se tutto quadra ancora o per ricordare come andarono le cose, per non dimenticare e non rifare gli stessi errori. Non dimentichiamoci che chi non ricorda la storia […] è condannato a riviverla”».

Le parole di Linda sono quasi lungimiranti. E così Bruno si ritrova, per volere del destino, o di un’ignota mano, a indagare su un cold case (caso freddo) che riguarda il suo passato. La sua giovinezza non priva di abbandoni, di dolori, di sofferenza. Un bagaglio pesante che ha, inevitabilmente, influito sul suo presente, sulla sua personalità e sul suo comportamento. Ogni fenomeno psichico ha una radice nel passato e, forse, la storia della sua adolescenza, segnata dall’improvvisa scomparsa della sua amica, della quale nessuno aveva traccia né notizia, è la ragione per cui Bruno non riesce a impegnarsi in una relazione seria. Non è capace di creare un legame di qualsiasi tipo con nessuno.

Spinto dal rimorso, per non essersi occupato prima del mistero di Monica, e dal bisogno di allontanarsi dalla sua vita complicata, Bruno abbandona Milano per dirigersi a Verazzano, dove ha vissuto una delle esperienze più tristi della sua esistenza. Proprio lì, dove passato e presente si intrecciano indissolubilmente, dove incontra vecchi nemici, dove ritrova ricordi e luoghi che sembrava aver cancellato, ma presenti come un’istantanea, indaga per scoprire la verità sulla fine di Monica. Ed è lì che ritrova uno dei suoi più cari amici; è lì che soccorre la sua vicina di casa che sa più di quel che dice. È lì che incontra il bullo della scuola, quello che i magnifici quattro tenevano a distanza e di cui avevano paura. In una settimana di rivelazioni, incontri, inganni, ricerche, memorie scandagliate e domande, Bruno scopre una verità tanto inaspettata, quanto crudele, ma soprattutto trova l’amore.

Interessante è anche il finale. Sebbene il giornalista investigativo individui un inimmaginabile colpevole, autore di tante altre scomparse, un vero serial killer, lascia anche la porta aperta a una successiva storia, ricca di avventure e di indagini per il nostro Bruno Jordan.

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